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"ANDRE THE GIANT - A LEGENDARY LIFE"

Michael Krugman

Poocket Books, 2009

Se qualcuno si stupisce della presenza di questo libro nel blog, sappia che accolgo l’obiezione, ed anzi la estendo. In termini generali, nonostante gli spettacoli richiedano solitamente una notevole componente di atletismo, è francamente impossibile considerare il wrestling una disciplina sportiva. Nello specifico, poi, il personaggio narrato in questa biografia ha basato la sua fortuna e la sua popolarità essenzialmente sulla sua naturale fisicità, “allenandola” molto più a tavola che in palestra.

E tuttavia, in primo luogo va preso atto che la classificazione tradizionale inserisce i libri sul wrestling nella categoria “sport”. Inoltre, almeno dalla seconda metà degli anni 80 fino alla sua morte (avvenuta nel 1993), Andre Rene Rousimoff è stato considerato anche nel mondo giornalistico come uno degli sportivi più famosi del mondo ed è stato accostato a campioni assoluti come Kareem Abdoul Jabbar (per anni negli USA si è discusso se l’altezza di Andre non fosse stata corretta al rialzo per superare quella del cestista).

A dire il vero, un contratto da sportivo professionista fu effettivamente offerto a Roussimoff nel 1974 dai Washington Redskins, ma fu rifiutato. Considerate le abitudini e gli sviluppi della propria vita, il mestiere di wrestler apparve giustamente ad Andre come il più adatto ed il più remunerativo.

Il libro è diviso in sedici capitoli, in cui la vita del protagonista viene narrata ordinatamente.

Dalle origini familiari (bulgara per parte di padre, polacca per parte materna) e dall’infanzia serena nella provincia francese si passa alla fase adolescenziale, in cui la crescita fisica già eccezionale non impedisce a Roussimoff di avere una vita tutto sommato normale: l’abbandono della scuola lo porta a lavorare dapprima in campagna e poi in fabbrica a fianco del padre. La svolta avviene a 17 anni, quando si trasferisce a Parigi ed entra nel circuito della lotta libera; da quel momento inizierà il lunghissimo peregrinare per tutti e cinque i continenti e la progressiva crescita della sua fama.

Interessanti si rivelano i contributi forniti all’opera da alcuni colleghi, ed in particolare da quelli (Ted Dibiase, ad esempio) che hanno accompagnato Andre negli innumerevoli spostamenti tra un’esibizione e l’altra. Se ne trae l’impressione di una persona con una buona indole ma un po’ umorale e per qualche verso immatura, che per troppo tempo ha sottovalutato gli effetti di una dieta assolutamente sconsiderata, anche per un uomo di quella stazza.

In particolare, si ricavano conferme dell’enorme consumo di alcol cui era abituato (pare sia giunto a bere 119 birre in meno di sei ore, e che in un’altra simile occasione si sia appisolato nella hall di un albergo, per la disperazione dei camerieri che dovettero lasciarlo lì fino al risveglio).  

Dopo un primo periodo in cui Andre pareva poter mantenere un fisico tutto sommato asciutto ed una buona elasticità, le cattive abitudini manifestarono i loro effetti nella seconda metà degli anni 80, con un aumento di peso che iniziò a fiaccare schiena, ginocchia e cuore. Paradossalmente, però, è stato proprio questo il momento in cui la figura del “gigante” (buono o cattivo, a seconda delle esigenze di scena) ha assunto connotati di popolarità mondiale ed ha assicurato a Roussimoff anche alcuni ruoli cinematografici; tra essi, in particolare quello di Fezzik nella Storia Infinita, di cui Andre si invaghì al punto da infliggere spesso la visione del film ai suoi compagni di viaggio (e rifiutare poteva essere problematico… :-).

In Italia il wrestling è divenuto popolare presso il grande pubblico grazie alle trasmissioni di Dan Peterson, dopo essere transitato nel circuito delle televisioni locali con gli incontri della lega giapponese. Andre The Giant è stato subito il personaggio più conosciuto, insieme ad Hulk Hogan (Terrence Bollea). Nel libro si racconta che il rapporto personale tra i due è cresciuto nel tempo, dopo una prima fase in cui Bollea – più giovane di sei anni – mostrava un certo timore reverenziale nei confronti del più affermato collega. In termini assoluti, data anche la grande longevità agonistica e l’intelligente gestione del personaggio, Hogan è certamente il wrestler più famoso, ma anche a distanza di quasi trent’anni dalla scomparsa Andre rimane un’icona in molte parti del mondo.

Il decadimento fisico di Roussimoff viene descritto in maniera puntuale negli ultimi capitoli, menzionando le grandi difficoltà affrontate per assicurare anche una semplice presenza scenica sul ring.

Nel complesso, il libro risulta apprezzabile ma ha il grave difetto di riproporre - in maniera davvero eccessiva – lunghi dialoghi e presentazioni di molti match del protagonista. Può darsi che questa scelta sia stata effettuata in funzione del pubblico americano, ma per rendere meglio l’aspetto biografico dell’opera sarebbe stato preferibile destinare più spazio ad aspetti della vita privata.

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